«Da quando esiste l’aereo, neanche i parenti più lontani sono più quelli di una volta»
Helmut Qualtinger
Generalmente, agli albori di un’unione, si litiga sui parenti. Non ci sono ancora figli in casa ed è presto per le relazioni extraconiugali. Permettere al parentado di immischiarsi nelle questioni della coppia e poi litigare per questo motivo è la modalità primaria per suscitare attrito, in questa fase. Andare in vacanza dai parenti di lei o di lui? Ecco un ottimo spunto.
Ovviamente, nel caso in cui i genitori:
- comprano una casa agli sposi;
- o vi contribuiscono economicamente.
la giovane coppia è obbligata a restare nelle loro vicinanze e ad accettare la tensione dei rapporti familiari all’interno della coppia.
Un ottimo modo per continuare a litigare consiste nel creare ulteriori legami lavorativi.
La moglie, per esempio, potrebbe insistere affinché suo marito accetti un impiego nell’azienda del padre di lei. Da quel momento in avanti, potrebbero litigare spesso a causa delle intrusioni dell’uomo nella vita della figlia e del genero. Se il marito si lamentasse del proprio lavoro, sua moglie percepirebbe le lamentele come giudizi negativi nei confronti della sua famiglia e ribatterebbe che la loro salvezza economica si basa sul fatto che suo padre ha dato lavoro a quell’incompetente di suo marito.
Il triangolo con la suocera può essere applicato nelle sue classiche declinazioni e il marito saggio incoraggerà sua madre a spiegare alla moglie come avere cura di lui, perché nessuno lo sa fare bene come lei. Di recente è stato dato un premio a una coppia anziana che è stata capace di litigare sulla suocera per quarantadue anni. Ultrasessantenni, con figli grandi e ormai fuori casa, i due non potevano vivere insieme perché la madre novantaduenne della moglie aveva buttato il marito fuori di casa dopo una lite, dodici anni prima. Quanti temessero di non riuscire a sfruttare a lungo il problema delle suocere e di dover presto ricorrere a nuove tematiche di disputa dovrebbero trovare conforto in questo fulgido esempio di devozione a un solo tema di disputa per tutta la vita matrimoniale.
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L’idea di descrivere i meccanismi per complicare i problemi anziché quelli per risolverli deriva dalla consapevolezza clinica che gli esseri umani sono prima artefici e poi vittime delle realtà che costruiscono. Come ricorda Von Foerster (2001), «la realtà non è che la costruzione di coloro che credono di averla scoperta e analizzata. Ciò che viene ipoteticamente scoperto è un’invenzione, il cui inventore è inconsapevole del proprio inventare e considera la realtà come qualcosa che esiste indipendentemente da sé».
Negli ultimi trent’anni il sistematico processo di «ricerca-intervento» portato avanti dal Centro di Terapia Strategica di Arezzo, ha permesso di individuare una serie di «tentate soluzioni» messe in atto con l’intento di risolvere i problemi ma che, in realtà, anziché risolverli, li alimentano trasformandoli in vere e proprie patologie (Watzlawick e Nardone, 1997).
Solo se ci si occupa di come i sistemi umani costruiscono i problemi e persistono nel mantenerli si puo’ arrivare a progettare e applicare pratiche strategie di intervento capaci di produrre rapidi e risolutivi cambiamenti in tali sistemi.