«Niente fissa una cosa cosi’ intensamente nella memoria come il desiderio di dimenticarla» M. de Montaigne
Ci si prepara ad una giornata come tante, e di colpo, come un fulmine a ciel sereno, nulla è piu’ come prima. Dal momento in cui arriva il trauma vi è un punto di rottura, una ferita, una lacerazione, sia fisica che psichica: esiste un prima e un dopo. Ci si scopre all’improvviso vulnerabili, il mondo non è piu’ sicuro, non ci sono piu’ certezze, poichè il trauma riporta alla mente l’idea che si possa morire. Dalgleish (1999), a tal proposito, sostiene che gli individui hanno credenze e percezioni pre-trauma (di se stessi, degli altri e del mondo) che vengono completamente sovvertite dall’evento traumatico. Infatti le informazioni fornite dall’evento estremo sono tipicamente incompatibili rispetto alle credenze precedenti:«Ognuno sa che dovrà morire, ma nessuno ci crede veramente».
COS’È
Lo stress post-traumatico (PTSD) è caratterizzato dall’insorgenza di sintomi tipici in seguito all’esposizione ad uno o piu’ fattori traumatici estremi,
- vissuti direttamente in prima persona,
- in qualità di testimoni,
- o vissuti da altri ma di cui si è venuto a conoscenza (es. «…ho sentito che è morto il vicino di casa e ho capito che puo’ capitare anche a me»).
Considerando che gli eventi percepiti come «traumatici» da un essere umano possono essere virtualmente infiniti, di solito possiamo definire «fortemente stressanti» tutti quegli eventi che hanno implicato morte, minaccia di morte, gravi lesioni o minaccia all’integrità fisica propria o di altri, ad esempio:
- Combattimenti militari;
- Aggressioni personali (es. abuso sessuale, attacco fisico, scippo, rapina, essere presi in ostaggio…);
- Disastri naturali (es. terremoti, alluvioni…) o provocati (es. incidenti nucleari);
- Gravi incidenti (es. ospedalieri, automobilistici, ferroviari, aerei…);
- Diagnosi infauste.
Subito dopo l’episodio traumatizzante si possono sviluppare evidenti risposte ansioso-depressive da stress che scompaiono in tempi variabili. Ma i sintomi del vero disturbo da stress post-traumatico si presentano assieme a quelle manifestazioni dopo settimane, mesi o anche anni, e sono caratterizzate da:
- RE-EXPERIENCING o sensazione di rivivere il trauma: ovvero, agire o sentire come se l’evento traumatico si stesse ripresentando: ricordi ricorrenti e intrusivi dell’evento (immagini, pensieri o percezioni), incubi, flashback, illusioni, allucinazioni (es. si vedono o si sentono individui che sono morti durante l’incidente). Un veterano della Guerra del Vietnam affermava: «La guerra è finita per la storia, ma non è mai terminata per me»;
- IPER-ATTIVAZIONE EMOTIVA: problemi del sonno (difficoltà di addormentarsi o a mantenere il sonno e mancato recupero delle energie; talora invece si puo’ dormire troppo come se il sonno costituisse una vera e propria fuga dalla realtà), scarsa concentrazione e memoria (le proprie energie psichiche sono costantemente assorbite dai vari tentativi finalizzati all’evitamento di immagini o sentimenti collegati al trauma), irritabilità e scatti di rabbia (es. nei confronti di coloro che non hanno avuto perdite in conseguenza dell’evento), stato di allerta o ipervigilanza (es. relativi all’esposizione a stimoli interni o esterni che simbolizzano qualche aspetto dell’evento);
- SINTOMI DEPRESSIVI: la sensazione di aver perso il controllo degli eventi conseguente al trauma puo’ comportare un decadimento delle prestazioni fino alla completa inattività (o rinuncia alla vita). Col tempo possono comparire: un forte senso di colpa per essere stati piu’ fortunati di altri nell’evento drammatico (es. i sopravvissuti, avendo eluso il destino a discapito di altri, hanno come la sensazione di essere stati «sleali» nei confronti delle vittime: si pensi che ancora nel 1965, il 97% degli ebrei sopravvissuti ai campi di sterminio nazisti presentava notevoli disturbi ansiosi. Il senso di colpa per essere tra i pochi scampati, inoltre, ha indotto alcuni a togliersi la vita anche dopo decenni; si pensi allo scrittore e chimico Primo Levi, suicidatosi nel 1987), un senso di distacco dal mondo unito anche al disinteresse per le normali attività e per gli altri, e una sensazione di precarietà del futuro.
BIBLIOGRAFIA:
Cagnoni F., Milanese R. (2009) Cambiare il passato. Superare le esperienze traumatiche con la Terapia Strategica, Milano: Ponte alle Grazie
Sassaroli S.; Lorenzini R.; Ruggiero G. M. (2006) Psicoterapia cognitiva dell’ansia. Rimuginio, controllo ed evitamento, Editore: Cortina Raffaello (collana Psicologia Clinica e psicoterapia)
Farnè Mario, (2003) L’ansia, Il Mulino (collana Farsi un’idea)