Si tratta di farmaci che la maggioranza dei medici di base si affretta a prescrivere come prima cosa, in completo disaccordo con la totalità degli esperti dei disturbi del sonno. Occorre innanzitutto capire che la parola sonnifero si fonda su una truffa intellettuale: somnus significa sonno e ferre significa portare. Ma se si considera un po’ piu’ attentamente la questione ci si rende conto che la perdita di coscienza che segue all’assunzione di un sonnifero è una leggera anestesia, ben lontana da un vero sonno, e di conseguenza non è in grado di procurare i benefici prodotti dal riposo notturno.
I sonniferi servono a poco, e spesso danno assuefazione. Inoltre, per quanto può sembrare strano, i farmaci contro l’insonnia provocano insonnia. Infatti, il loro uso prolungato porta ad uno stato di dipendenza e, quando viene interrotto, si assiste di solito a fenomeni «di rimbalzo» con un peggioramento del disturbo.
Il vero problema, spiega Sasha Stephens nel suo libro The effortless sleep method, è che qualsiasi stampella esterna a cui ci appoggiamo – non solo i sonniferi ma anche tutti i rimedi a base di erbe, integratori, e i complicati rituali prima di andare a letto – rischia di erodere la fiducia nella nostra capacità di addormentarci naturalmente, ed è proprio questa mancanza di fiducia in noi stessi la causa principale dell’insonnia.
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