«Non c’è niente di più pericoloso che prendere troppe precauzioni» A. Adler
Immaginate di non poter progettare un viaggio, di non poter uscire con gli amici, di non poter usare i mezzi pubblici senza essere accompagnati dal costante pensiero e sensazione di dover andare in bagno. Se conoscete bene questa situazione siete affetti da un’ansia apparentemente bizzarra: l’ansia di potersela fare addosso. Questa ansia, così stressante, caratterizza un vero e proprio disturbo che è più comune di quanto si possa immaginare: l’ossessione intestinale (bowel obsessive syndrome).
Un problema al confine tra somatizzazione, disturbo ossessivo-compulsivo (doc) e ipocondria somatica (Hatch, 1997). In questo disturbo la paura di fondo è quella di avere un disturbo intestinale che provochi incontinenza fecale o urinaria con tutte le annesse conseguenze di vergogna e imbarazzo sociale.
Le persone affette da tale disturbo non riescono a frequentare i luoghi in cui non è immediata la disponibilità dei servizi, e vivono nel costante timore di assumere troppi liquidi o di mangiare cibi sbagliati che possano scatenare reazioni imprevedibili al loro intestino (aspetto fobico). La particolarità del problema è che l’ansia puo’ trasformarsi realmente in fastidiosi sintomi fisici come le scariche di diarrea, incontinenza, movimenti e dolori intestinali (profezia che si autoavvera).
Spesso queste persone rinunciano addirittura ad uscire di casa, unico luogo in cui si sentono davvero al sicuro.
Altre decidono di uscire e cercano di condurre una vita il più normale possibile, ma pagando il caro prezzo di tutta una serie di precauzioni da mettere in atto. In questo caso il tentativo di controllare ciò che spaventa avviene attraverso dei rituali come ad esempio verifiche continue del bisogno o meno di andare in bagno (aspetto compulsivo).
Spesso prima di uscire di casa la mattina per andare al lavoro vanno in bagno ripetutamente anche una decina di volte: questo le rassicura rispetto a ciò che potrebbe succedere, e si ripete sempre quando hanno a disposizione un bagno. Si sforzano fino ad avere evacuazioni o urinazioni minime. Ed è così che il rituale costruisce il problema. Talvolta sorgono problemi di colon irritabile perchè una persona che va in bagno venti volte al giorno e si sforza di evacuare per essere sicuro di non perdere il controllo in altre situazioni, finisce per procurarsi dei reali problemi fisici e perdere il controllo (controllo che fa perdere il controllo).
Nel caso in cui la persona cerca di combattere il timore con il controllo mentale, può esitare anche in un disturbo di attacchi di panico.
Quando, invece, il problema viene sottovalutato e non si interviene efficacemente, si può arrivare a sviluppare perfino depressione. Più il problema viene evitato, più esso si ingigantisce.
PSICO SOLUZIONI
Questa sorta di «dipendenza da precauzioni» è il primo problema da risolvere, perché ogni precauzione utilizzata aumenta il senso di fragilità e di impotenza personale. Le precauzioni infatti, anche se momentaneamente sembrano alleviare l’ansia, alla lunga si trasformano in un’armatura che tanto protegge quanto imprigiona.
Dopo aver eliminato le precauzioni che non prevengono ma alimentano il problema, attraverso la tecnica della «ritualizzazione del rituale» ci si impossessa del sintomo costruendone un altro strutturalmente isomorfo che annulla il primo. Ma questo, essendo una deliberata costruzione, puo’ essere volontariamente eliminato. Come nell’antico stratagemma cinese «Far salire il nemico in soffitta e togliere la scala».
Di solito si ottengono risultati molto rapidi. Questo rappresenta allo stesso tempo sia un vantaggio che uno svantaggio, perché i pazienti che hanno sofferto così tanto si accontentano di un miglioramento e non della soluzione totale del problema. Cio’ è molto rischioso, perché se il disturbo non viene risolto del tutto tende a replicarsi. Se si vuole che gli effetti terapeutici siano persistenti nel tempo, non bisogna limitarsi a eliminare la sintomatologia, ma far sì che la persona costruisca una nuova realtà senza più limitazioni, un nuovo equilibrio che persisterà nel tempo.
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