Iper-razionalizzazione

«Quando si ragiona troppo, non si lascia libera la ragione di ragionare: o cerchi la soluzione o la trovi»

 

Intesa come il tentativo di ricercare una spiegazione assolutamente esauriente rispetto a cio’ che è accaduto in passato oppure di giungere all’assoluta certezza circa la correttezza o scorrettezza rispetto ad una decisione da prendere nel presente o ad un comportamento da tenere in futuro, con l’effetto di perdersi proprio all’interno di quella spiegazione che secondo le intenzioni iniziali avrebbe dovuto indicare la via d’uscita, come «Una marionetta rotta con gli occhi rivolti all’interno».

Per il senso comune la ragione è sinonimo di intelligenza. Ma nel mondo reale la razionalità esasperata si trasforma in irrazionalità. Solitamente si conosce solo quel tanto di razionalità che serve per autoingannarsi: il cardinale Bellarmino, rifiutandosi di guardare nel cannocchiale, risponde a Galileo: «Io seguo la ragione, non i sensi».

Ai giorni nostri si è assistito alla nascita di tecniche come la «massimizzazione» o l’«ottimizzazione» delle scelte comportamentali ed economiche. L’ottimizzazione, ad esempio, consiste nel trovare la strategia matematicamente ottimale che un agente può seguire per raggiungere un obiettivo prefissato. Ma spesso si ignora il fatto che la realtà è tutt’altro che massimizzare e ottimizzare comportamenti.

Gli psicologi empirici della scuola delle euristiche e dei bias hanno di­mostrato che il «modello del comportamento razionale» in caso di incertezza (la vita reale) non solo è grossolanamente impreciso, ma è anche del tutto sbagliato come descrizio­ne della realtà  a causa dei suoi difetti nel ragionare, di limiti dell’attenzione, di fallimenti della memoria, spaesamenti emozio­nali e pregiudizi insidiosi.

Ciò che pensiamo non corrisponde necessariamente a tutto ciò che esiste. E piu’ pensiamo piu’ non ci rendiamo conto di ciò che esiste. 

Un aspetto paradossale dell’iper-razionalizzazione è l’eccessiva attenzione che riserviamo a ciò che sappiamo: la tendenza ad apprendere lo specifico, non il generale.

La storia della Linea Maginot dimostra quanto si è condizionati dallo specifico. Dopo la Grande Guerra, per evitare un’altra invasione tedesca, i francesi costruirono una barriera lungo il percorso della precedente invasione. Hitler la aggirò (quasi) senza sforzo. I francesi avevano studiato la storia con diligenza, ma la avevano appresa con troppa precisione. Furono eccessivamente concentrati su ciò che sapevano ignorando tragicamente ciò che non sapevano.

Quello che in teoria potrebbe funzionare ottimizzando i comportamenti sulla base delle nozioni in proprio possesso non è detto che funzionerà!

PSICO SOLUZIONI

Quasi nessuna scoperta o tecnologia di rilievo è nata dalla progettazione e dalla pianificazione. La strategia di ricercatori e imprenditori di successo con­siste nel fare poco affidamento sulla pianificazione top-down (dall’alto in basso), ma nell’affidarsi ad un processo bottom-up (dal basso verso l’alto) e nel darsi da fare il più possibile per riconoscere le opportunità quando si presentano. Il sentire alimenta ed è a sua volta incrementato dall’agire, non dal ragionare.

«Bisogna essere talmente intelligenti da capire quando essere intelligenti non serve»

OSSESSIONI: COSA SONO

ISTRUZIONI PER DIVENTARE OSSESSIVI

EFFETTI

DUBBIO PATOLOGICO

PERFEZIONISMO (CONTROLLER)

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BIBLIOGRAFIA:

«Ossessioni compulsioni manie. Capirle e sconfiggerle in tempi brevi», G. Nardone, C. Portelli, Ponte alle Grazie, 2013

«Cogito ergo soffro. Quando pensare troppo fa male», G. Nardone, G. De Santis, Ponte alle Grazie, 2011