L’unica forma posssibile di prevenzione consiste nel prestare attenzione a quando un comportamento o un atteggiamento comincia a strutturarsi come inevitabile. Inoltre, dovremmo osservare quando il nostro bisogno di controllo, prevenendo o propiziando la nostra realtà, oppure rimediando agli effetti negativi delle nostre azioni e pensieri, si trasforma in una presenza costante e scomoda, che blocca le nostre sensazioni e ci impedisce di correre il rischio di sbagliare per imparare!
Di particolare rilevanza a livello preventivo è il ruolo dei genitori nel rilevare nei figli, quando sono ancora bambini, il presentarsi di comportamenti che si ripetono o di verbalizzazioni ridondanti affinchè possano accorgersi tempestivamente dell’insinuarsi di meccanismi ossessivi compulsivi. Infatti, in questa fase bastano delle indicazioni precise da parte di un esperto per far si che il disturbo emergente venga immediatamente estinto, evitando, cosi’, il suo evolversi in età adolescenziale in grave patologia.
QUAL È IL CONFINE TRA METICOLOSITÀ E COMPULSIVITÀ?
“Il confine tra ritualità sana e patologica che porta alla strutturazione di un disturbo ossessivo-compulsivo si situa in un livello quantitativo, superato il quale, si trasforma in salto qualitativo. Al di sotto di questa soglia la ritualità costituisce, infatti, una modalità funzionale di gestione della realtà, mentre al di sopra di questa diviene una modalità disfunzionale.
Fin dall’età infantile, la ritualizzazione rappresenta un tipico processo psicologico di organizzazione dell’esperienza che al tempo stesso ci fornisce rassicurazione e la possibilità di apprendimenti, ma quando questa diviene esasperata nella sua messa in atto sino ad assumere le caratteristiche di incoercibilità, inevitabilità e stereotipia, diventa un fattore ostacolante le nostre capacità di ampliare l’esperienza sino a poter inficiare gravemente tutte le dimensioni della vita.
Essere attenti e meticolosi nello svolgimento di un compito è una risorsa che rende rigorosi e affidabili: es. lavarsi accuratamente le mani quando si è tornati a casa dopo una giornata di lavoro è una sana abitudine;
Dover tornare su qualcosa che è stata ricontrollata piu’ volte perchè si è insicuri di non averla seguita correttamente o continuare ad avere la preoccupazione di essere stati contagiati dopo essersi lavati accuratamente, pur riuscendo a svolgere le normali attività quotidiane, è un problema;
E non riuscire a concludere il compito in corso perchè si è costretti compulsivamente a ricontrollare piu’ volte o sviluppare lavaggi anche per ore, diventa una patologia.
Come si puo’ ben intendere, il disturbo ossessivo-compulsivo rappresenta la patologia piu’ emblematica di come attraverso il sano, per ripetizione esasperata, si possa giungere all’insano”. (Nardone G.)
ISTRUZIONI PER DIVENTARE COMPULSIVI
CONSIGLI PER FAMILIARI ED AMICI
BIBLIOGRAFIA:
Nardone G., Portelli C. (2013), Ossessioni, compulsioni, manie. Capirle e sconfiggerle in tempi brevi, Milano: Ponte alle Grazie.
Nardone G. (2013), Psicotrappole, ovvero le sofferenze che ci costruiamo da soli: imparare a riconoscerle e a combatterle, Milano: Ponte alla Grazie.