«Prima di sposarmi avevo sei teorie su come educare i figli; adesso ho sei figli e non ho più teorie» John Wilmot (Conte Di Rochester)
La mission della famiglia odierna è rendere la vita dei propri figli meno complicata possibile, fino a giungere ad agire al loro posto.
Il motto è «Dicci cosa ti manca che te lo procuriamo noi».
Con questa definizione si fa riferimento a ciò che appare come la tendenza dominante della famiglia italiana degli ultimi anni. Una famiglia sempre più piccola, chiusa e protettiva, nella quale gli adulti si sostituiscono continuamente ai giovani, rendono la loro vita più facile, cercando di eliminare tutte le difficoltà fino a intervenire direttamente facendo le cose al posto loro (in vari campi: scuola, salute, alimentazione, vita sociale…).
È qui che nascono i problemi. Fondamentalmente ci sono due meccanismi:
Un comportamento reale o presunto del figlio (dire bugie, fumare, chiudersi in camera, marinare la scuola) fa scattare nei genitori una sensazione di allarme, o un dubbio rispetto alla sua normalità in termini di salute psicologica;
Oppure, se il proprio figlio é in contrasto con le idee politiche, religiose o morali che gli sono state trasmesse, viene percepito come pericoloso, peccaminoso, indegno.
REAZIONE A CATENA: Iniziano le indagini sul presunto problema, gli interrogatori, i consigli, le protezioni, spesso il consulto di specialisti. Tutti gli sforzi dei genitori sono tesi a compensare le debolezze del figlio (purtroppo ciò conferma al figlio la sua debolezza più che alleviarla) combattere, correggere o eliminare i comportamenti illeciti. Se ne parla spesso, con lui e senza di lui, cosi’ quello che era solo un modo per affermare la propria autonomia, adesso acquista una dimensione ed un’importanza insolite.
Tutto cio’ usualmente provoca fughe, barricate, silenzi, sfuriate e accuse reciproche!
I figli si ribellano al super-coinvolgimento emotivo dei genitori cercando di eludere il controllo in vari modi:
- essere evasivi su dove vanno, con chi vanno e cosa fanno;
- raccontare bugie;
- tenere spento il telefonino o non rispondere alle chiamate provenienti da casa quando sono in giro;
- parlare molto poco in famiglia per evitare il rischio di subire inondazioni di domande;
- assumere atteggiamenti e comportamenti in contrasto con il modello familiare.
CIRCOLO VIZIOSO: Questo comportamento dei figli fa aumentare il controllo e la protezione da parte dei genitori sia attraverso l’ausilio di informazioni ottenute da amici dei figli, sia attraverso il controllo dei vari strumenti tecnologici (cellulare, facebook…) per verificare se quello che hanno detto corrisponde a verità o meno.
Ma più i genitori vorranno sapere, meno i figli racconteranno.
Più i genitori cercheranno di limitarne la libertà, più i figli cercheranno di scappare o di ribellarsi con comportamenti devianti.
In pratica, i genitori insistono con i tentativi fallimentari e l’adolescente, che ancora non possiede un repertorio di risposte originali, si difende da tali pressioni, alimentandole.
Alla fine di questo percorso, l’adolescente:
- potrà chiudersi in se stesso o cercare all’esterno eventuali figure di riferimento alternative (prefigurando così uno scenario di lotta fra il dentro e il fuori casa, tra il vecchio e il nuovo);
- oppure emergeranno vere e proprie forme di psicopatologia.
Più i genitori controllano, più il figlio sfugge e acquisisce la capacità di non farsi controllare: è il paradosso del predatore che, non solo fa scappare la preda, ma l’aiuta a sviluppare e perfezionare la capacità di sfuggire ad esso!
Così, semplici difficoltà possono strutturarsi come veri problemi grazie a tutto quello che è stato fatto per evitarli o prevenirli.
«L’adolescente non vuole essere capito, ed è per questo che si lamenta tutto il tempo di essere frainteso» Stephen Fry