«Ci sono giorni che lei in ogni cosa al mondo vede unicamente un segno per qualcos’altro, una mercedes bianca non puo’ essere semplicemente una mercedes bianca deve avere un significato segreto sull’insieme della vita, tutto è presagio, niente puo’ essere solo quello che è…» Il Tè nel Deserto
«Un uomo vuole appendere un quadro. Ha il chiodo, ma non il martello. Il vicino ne ha uno, cosi’ decide di andare da lui e di farselo prestare. A questo punto gli sorge un dubbio: e se il mio vicino non me lo vuole prestare? Già ieri mi ha salutato appena. Forse aveva fretta, ma forse la fretta era solo un pretesto ed in realtà ce l’ha solo con me. E perchè? Io non gli ho fatto nulla, è lui che si è messo in testa chissà cosa. Se qualcuno mi chiedesse qualcosa, io gliela darei subito. E perchè lui no? Come si puo’ rifiutare al prossimo un cosi’ semplice piacere? È per gente cosi’ che il mondo va come va. E per giunta si immaginerà anche che io abbia bisogno di lui solo perchè possiede un martello. Ma chi si crede di essere. Adesso basta! E cosi’ si precipita dal suo vicino. Suona. Il vicino apre e, prima ancora che questo abbia il tempo di dirgli “buongiorno”, gli grida: “Si tenga pure il suo martello, stupido egoista!»
COS’È
Questa tipologia di disturbo, spesso decisamente grave, va distinta dalle altre trattate qui: spesso vengono confuse tra loro, e proprio la valutazione delle specifiche psicotrappole permette una distinzione rigorosa:
- Il FOBICO teme quello che puo’ accadere;
- L’OSSESSIVO cerca attivamente di controllarlo;
- Il COMPULSIVO lo gestisce profeticamente con i rituali;
- Il PARANOICO è sicuro che avverrà qualcosa di negativo che lo perseguiterà in modo inesorabile. Per questo motivo si difende preventivamente dal presagio funesto, ma senza alcun successo, anzi, avvertendone la sconfitta.
È proprio l’aspetto difensivo contro un nemico immaginario che contraddistingue l’atteggiamento e il comportamento del paranoico, il quale, come è facile capire, si crea concretamente nemici ovunque. Le continue manifestazioni di diffidenza o difesa aggressiva suscitano negli altri risposte speculari, che dal semplice rifiuto possono arrivare al conflitto aperto. Non esiste forse esempio letterario piu’ bello del Deserto dei tartari di Dino Buzzati: l’ufficiale Drogo, isolato in un fortino al confine del deserto, è costantemente impegnato a vigilare sull’attacco dei nemici, dato per certo, imprigionato per sempre nella sua vigilanza.
Spesso questi pazienti, quando la patologia raggiunge una certa gravità, tendono ad isolarsi, proprio come Drogo, nel loro “fortino”, azzerando i rapporti sociali, aggiungendo alla patologia la sofferenza di una desertica solitudine.
PSICO SOLUZIONI
L’intervento terapeutico deve mirare a smontare la funesta convinzione che conduce alle risposte difensive. Raramente pero’ si puo’ ottenere questo risultato tramite razionalizzazioni e ragionamenti, perchè i soggetti producono effettivamente le prove del rifiuto e dei torti ricevuti.
Pertanto, il primo passo della terapia dovrà essere quello di creare esperienze concrete che smentiscano questa evidenza. Negli ultimi anni è stato messo a punto un intervento specifico che si è dimostrato in grado di rompere la rigidità percettiva dei soggetti paranoici attraverso una sorta di ricerca empirica guidata del rifiuto da parte degli altri. Tale indicazione andrà a modificarne l’interazione con gli altri a livello di comportamento non verbale e, questo cambiamento, ripetuto nel tempo, produrrà una nuova modalità di percezione e reazione nei confronti degli altri e del mondo. Solo dopo aver provocato questa rottura nella rigida corazza del paranoico, si potrà procedere a smontarne, anche attraverso ragionamenti, la chiusura difensiva e la diffidenza, facendolo cessare di essere colui che costruisce cio’ che poi subisce.
«Tutti i nostri rancori derivano dal fatto che, rimasti al di sotto di noi stessi, non siamo stati in grado di raggiungere la nostra meta. Questo non lo perdoneremo mai agli altri» E. Cioran
AVVISO: Le tecniche, i suggerimenti pratici e i consigli contenuti nella sezione PSICO SOLUZIONI non sostituiscono il parere dello specialista, al quale è sempre indispensabile rivolgersi per qualsiasi diagnosi o terapia specifica. Pertanto, l’autore non puo’ ritenersi responsabile per ogni eventuale uso scorretto delle tecniche descritte in questa sezione da chiunque si avvalga delle stesse a fini terapeutici o diagnostici senza aver previamente interpellato lo specialista, l’unico in grado di fare una diagnosi corretta e adattare l’intervento al caso particolare.
BIBLIOGRAFIA:
Nardone G. (2013), Psicotrappole, ovvero le sofferenze che ci costruiamo da soli: imparare a riconoscerle e a combatterle, Milano: Ponte alle Grazie.
Watzlawick P. (2008;in lingua originale: 1983), Istruzioni per rendersi infelici, Universale Economica Feltrinelli.