«Per molti, la libertà è la facoltà di scegliere le proprie schiavitù» Gustave Le Bon
La sindrome da acquisto compulsivo on-line è caratterizzata da un desiderio compulsivo di fare acquisti, concretizzato e facilitato dal mezzo tecnologico.
I soggetti che presentano questo disturbo, inizialmente, comprano per il piacere che si ricava da un nuovo acquisto e per il piacere di possedere. In seguito, riportano uno stato di tensione crescente e il desiderio di comprare che diventa un impulso irrefrenabile. Lo shopping on-line viene spesso descritto dai pazienti come un’attrazione fatale. Alla stregua di tutte le altre pratiche compulsive basate sul piacere, anche il buyer compulsivo viene catturato in un vortice autoriverberante.
Di solito si cade in questa trappola attraverso tre fasi (Nardone et al., 1999):
prima fase: la persona fantastica sull’oggetto del desiderio. Oggi troviamo molti siti specializzati che arrivano a corteggiare la persona, con offerte speciali, “occasioni da non farsi sfuggire”, immagini suggestive, testimonianze di persone famose, riferimenti statistici che incantano. Tanti pazienti riferiscono di essere presi dall’oggetto del desiderio che in loro scatena sensazioni viscerali profonde e piacevoli;
seconda fase: la persona, in preda all’eccitazione pensando di aver trovato l’oggetto del desiderio, comincia ad avvicinarsi fino a eseguire l’acquisto. L’iter dell’acquisto dà eccitazione. In questa fase, è come se si fosse pervasi da forti sensazioni di benessere e felicità che vanno ad azzerare quasi completamente la capacità di soffermarsi per pensare. Si vive uno stato dissociativo in cui vi è una sorta di perdita di controllo, simile a un raptus sessuale. Questa sensazione è ancora più forte quando l’acquisto non è automatico ma, piuttosto, avviene tramite aste. Partecipando attivamente per vincere l’oggetto del desiderio, facendo dei rilanci per aggiudicarsi il trofeo, volta dopo volta, l’eccitazione aumenta sempre di più e con essa aumenta anche l’intensità della scarica. La persona dipendente non riesce a trattenersi dall’acquisto;
terza fase: è quella successiva all’acquisto. Vi è una specie di scarica delle energie accumulate. La persona si gode per qualche minuto il suo successo, ma immediatamente dopo il ciclo riparte.
Tornando in sé, la sensazione di piacere va via, mentre restano sensi di colpa, vergogna e sensazione di vuoto interiore. Ma è troppo tardi, ormai è tutto fatto. Questa sequenza, praticata nel tempo, fa provare un piacere che trascina fino alla perdita di controllo e rende la persona schiava di ciò che la scatena.
La consumopatia morbosa diventa un comportamento compulsivo basato sul piacere, struttura un rituale che dà una scarica di adrenalina. Nel tempo diventa come una droga che fagocita i veri piaceri fino a farli scomparire. Nella persona intrappolata resta solo il comportamento compulsivo di cui non si riesce a fare a meno perché nient’altro fa provare le stesse sensazioni (Nardone et al., 1999).
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