Il fatto che il disturbo da panico in tutte le sue varianti sia sempre più diffuso non deriva solo dall’essere così largamente pubblicizzato, ma, come sottolineato da numerosi studi e ricerche, ha molto a che vedere anche con lo sviluppo della nostra società, evolutasi verso forme di organizzazione e di relazionalità interpersonale sempre più iperprotettive e tendenti a privare gli individui della possibilità di confrontarsi con la paura e di imparare a fronteggiarla.
Il famoso psicologo dell’età evolutiva Jerome Kaganin una ricerca longitudinale del 1984 ha seguito lo sviluppo di numerosi soggetti dall’infanzia all’adolescenza e ha misurato come nei giovani cresciuti in condizioni familiari iperprotettive l’insorgenza di disturbi fobici fosse di gran lunga più elevata, superando addirittura i due terzi del campione. Questo dimostra ciò che la saggezza antica da sempre ci dice e che Leonardo da Vinci sintetizzò così bene: «La esperienza è la madre di ogni nostra certezza». Se si evita a un figlio di soffrire, questi non imparerà a gestire la sofferenza; se lo si protegge da ogni timore, egli non imparerà a superarne alcuno.
Questo è il paradosso della ricerca del benessere: quanto più si riducono i disagi e si annullano sofferenze e paure, tanto più si diventa incapaci di fronteggiare dolori e difficoltà davanti a cui la vita, inesorabilmente, prima o poi ci metterà.
Ecco alcuni consigli utili per prevenire o affrontare le reazioni da panico:
- Mettere la PAURA CONTRO LA PAURA (“Ubi major minor cessat“): se mi trovo in mezzo a tanta gente e comincio a sentirmi a disagio e ad avere l’istinto di fuggire, posso impormi di pensare che se scappo la paura aumenterà e diventerà panico! (accettare la paura non significa subirla ma utilizzarla riorientandola in modo funzionale);
- ESASPERARE PER RIDURRE: il miglior modo di reagire alla paura che innesca il panico è la volontaria esasperazione mentale di tale paura e delle sensazioni da essa provocate sino alla sua autodistruzione: tale fenomeno è assimilabile all’effetto di saturazione transmarginale;
- EDUCARE ALLA SCOPERTA: i bambini vanno incentivati a confrontarsi con ostacoli che possano superare in prima persona. Constatare quali sono le proprie risorse per fronteggiare e risolvere i problemi fa acquisire sicurezza personale. L’aiuto e la protezione non richiesti, non solo non aiutano, ma danneggiano!
PANICO: UN ANSIOLITICO PUO’ ESSERE LA CURA?
BIBLIOGRAFIA:
«La Terapia degli attacchi di panico. Liberi per sempre dalla paura patologica», G. Nardone, Ponte alle Grazie, 2016