La distinzione piu’ importante in ambito psichiatrico e psicologico è spesso, anche la piu’ difficile. Come capire se un dato paziente soffre di sbalzi dell’umore del Disturbo Bipolare (con un’alternanza ciclica di alti e bassi) o se invece è solo un semplice Disturbo Unipolare (ricorrenti bassi senza alti)?
Si tratta di una diagnosi differenziale gravida di pesanti conseguenze per le terapie successive.
Se i bipolari vengono classificati come unipolari, saranno loro prescritti esclusivamente antidepressivi e questo potrebbe peggiorare il decorso complessivo del Disturbo Bipolare causando irritabilità, sbalzi dell’umore e un’accelerazione del ciclo.
Se gli unipolari vengono classificati come bipolari, invece, saranno loro prescritti stabilizzatori dell’umore ma in questo modo correrebbero il rischio di essere esposti a farmaci inutili e potenzialmente molto dannosi: aumento di peso, diabete e malattie cardiache.
La domanda fondamentale è come tracciare la linea diagnostica tra Disturbo Bipolare e Unipolare?
Con i pazienti chiaramente bipolari che mostrano i classici episodi di mania la risposta è facile. Gli episodi di mania sono inequivocabili (ma spesso equivocati), indimenticabili e soprattutto sono molto rari.
L’individuo maniacale è supercarico nei pensieri e nelle azioni; corre come un pazzo; parla tantissimo; tira fuori idee grandiose, spiccatamente creative, una serie pazzesca e ininterrotta di progetti impossibili; scherza in continuazione; galleggia in uno stato di umore elevato, ma diventa irritabile se contraddetto; spende a piene mani; sente di possedere un’energia sconfinata; si comporta in modo sconsiderato e impulsivo; ha atteggiamenti sessualizzati e intrusivi; gli bastano poche ore di sonno per ripartire.
Persino la famosa casalinga di Voghera riuscirebbe a diagnosticare un caso di mania classica nel giro di un minuto.
Cosa succede pero’ se la persona non ha un episodio maniacale conclamato ma solo episodi di «umore elevato» molto diversi dal suo «stato normale»?
Questi episodi non proprio maniacali sono chiamati ipomaniacali. Pazienti che hanno periodi ciclici di depressione e ipomania si trovano sul delicato confine tra il Disturbo Bipolare e quello Unipolare. Potrebbero essere classificati da entrambe le parti.
Davanti a questa situazione ambigua, si è scelto di aggiungere una nuova categoria, il Bipolare II, per descrivere i pazienti che hanno depressioni ed episodi ipomaniacali. Tuttavia, la definizione e la valutazione del Bipolare II sono talmente ambigue da fornire a psichiatri e medici un ampio spazio di manovra per la prescrizione dei farmaci, manovra che non sarebbe mai esistita senza tale ambiguità. Nel Bipolare II, infatti, non c’è un confine chiaro tra ipomania e la banale sensazione di «star bene»: cosi’ anche lievi e fisiologiche oscillazioni dell’umore verso l’alto o irritabilità passeggere possono essere diagnosticate come un segnale occulto di Disturbi Bipolare. Come dire, la normalità non è normale se non sei normale. Il rischio concreto è quello di «giocare» con la difficoltà dei pazienti a distinguere tra umore elevato e ritorno all’umore normale.
E come se non bastasse, bisogna ricordare che gli stessi i farmaci antidepressivi, prescritti spesso ingiustificatamente per curare episodi fisiologici di umore deflesso, possono a loro volta provocare brevi periodi di umore elevato. In pratica, periodi complicati o lutti, che tutti prima o poi attraversano nella propria vita, se scambiati per depressione possono indurre facilmente il medico a prescrivere degli antidepressivi. Ora, gli effetti collaterali degli antidepressivi possono, a loro volta, provocare episodi di irritabilità ed umore elevato simulando un Disturbo Bipolare di tipo II. Il quale, vista l’ambiguità di definizione, puo’ essere confuso con un vero Disturbo Bipolare e trattato con farmaci antipsicotici dagli effetti pesantissimi. Una sorta di «effetto Butterfly» della diagnosi che conduce a dover curare gli effetti finali insani prodotti dalla cura di un evento sano iniziale.
Oltre ai già citati casi di bipolari classificati come unipolari, e unipolari classificati come bipolari, si aggiungono quei casi in cui semplicemente gli antidepressivi peggiorano l’umore anzichè migliorarlo e per questo il medico puo’ sospettare che il paziente peggiori per un disturbo Bipolare sottostante non diagnosticato, anziché a causa dell’inappropriatezza degli antidepressivi.
La decisione di introdurre il Bipolare II ha avuto come risultato diagnosi e terapie molto piu’ accurate per i pazienti bipolari, ma talmente accurate da non rispecchiare piu’ la realtà («La ricerca medica ha fatto tali e tanti passi in avanti che quasi non ci sono piu’ persone sane» A. Huxley). Finendo per fornire farmaci non necessari a molti pazienti unipolari che si sono visti diagnosticare per errore un Disturbo Bipolare (raro) e sono tuttora sottoposti a inutili quanto dannosi stabilizzatori dell’umore con una prevalenza addirittura raddoppiata rispetto al periodo precedente l’introduzione del Disturbo Bipolare II (Kilbourne et al., 2007; Zimmerman et al., 2008).
Si puo’ affermare che il disturbo Bipolare II ha in qualche modo fatto sconfinare il Disturbo Bipolare verso l’area del Disturbo Unipolare con tutte le conseguenze nefaste del caso.
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