Stress post-traumatico: come persiste

Si possono individuare alcune principali tentate soluzioni fallimentari che invece di risolvere il problema lo alimentano:

  • TENTATIVO DI CONTROLLO DEI PROPRI PENSIERI: da una parte, chi ha subito un trauma fa di tutto per distrarsi e non pensare all’evento traumatico, ma pensare di non pensare è pensare due volte; dall’altra, puo’ riempire le proprie giornate di impegni come estremo tentativo di cancellare l’esperienza traumatica ma il tentativo di cancellare l’incancellabile è inevitabilmentedestinato a fallire;
  • EVITAMENTO di tutte le situazioni associati al trauma (sensazioni, conversazioni, attività, luoghi o persone):  ma l’effetto di ogni evitamento è quello di portare a una vera e propria catena progressiva di evitamenti che non solo confermano ed imprimono maggiormente nella memoria l’evento, ma arrivano a confermare la pericolosità di situazioni che non lo sono affatto semplicemente perchè sono state evitate (effetto generalizzazione);
  • RICERCA CONTINUA DI RASSICURAZIONI: spesso le altre persone vengono utilizzate per dare un senso a cio’ che è accaduto (creazione di senso: “perchè è accaduto, perchè proprio a me, cosa sarebbe successo se…”), ma di fatti è proprio la possibilità di avere qualcuno pronto ad intervenire in aiuto a confermare al soggetto l’incapacità di gestire da solo le sensazioni dolorose; la richiesta d’aiuto puo’ esprimersi anche nel bisogno di esporre costantemente le proprie lamentele rispetto a quanto avvenuto: cio’ ha come effetto immediato, solitamente, un sollievo generato dalla percezione ingannevole di “aver buttato fuori cio’ che è dentro” ma in realtà si traduce rapidamente in un ancor piu’ pressante bisogno di uno sfogo ulteriore e in una sempre maggiore incapacità di gestire autonomamente la situazione;
  • RINUNCIA: o viceversa il soggetto puo’ chiudersi in un fragoroso silenzio che prende la forma di una resa quotidiana, niente sfoghi, nessuna ricerca d’aiuto ma una lenta progressiva rinuncia a reagire in qualunque direzione “perchè tanto non ne vale piu’ la pena”;
  • GRUPPI DI SURVIVORS: a queste tentate soluzioni fallimentari se ne potrebbe aggiungere un’altra, quella dei gruppi di auto-aiuto che riuniscono persone sopravvissute a un evento traumatico (es. guerra, abusi, catastrofi naturali…). In questo caso all’effetto disfunzionale della lamentela si somma l’effetto affiliazione che, facendo sentire la persona parte di un gruppo da cui viene completamente compresa ed accettata, finisce paradossalmente per rendere ancora piu’ importante il trauma originario, che diventa una parte strutturante della nuova identità quotidianamente confermata e rinforzata dall’appartenenza al gruppo stesso.

POSSIBILI EVOLUZIONI…

PSICO SOLUZIONI


BIBLIOGRAFIA:

Cagnoni F., Milanese R. (2009) Cambiare il passato. Superare le esperienze traumatiche con la Terapia Strategica, Milano: Ponte alle Grazie


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