Futuro

«La nostra ansia non viene dal pensare al futuro, ma dal volerlo controllare» Khalil Gibran

 

«In ogni caso la tua stanza l’hai già persa da tempo, vi abita un piccione, una famiglia di piccioni che sporca e devasta la tua stanza, i conti dell’albergo raggiungono cifre spaventose, e tu bevi fino a ubriacarti per dimenticare le preoccupazioni, bevi sempre di piu’, ti bevi tutti i tuoi risparmi, diventi definitivamente schiavo della bottiglia, ti ammali, è il decadimento, la miseria, la decrepitezza, persino l’ultima e la meno costosa delle pensioni ti mette alla porta, non hai piu’ un soldo, davanti a te c’è il nulla, non hai piu’ un tetto, dormi sotto i ponti, vai a defecare sotto i ponti, è la fine, Jonathan, tra meno di un anno sarà la fine, sarai un barbone cencioso sdraiato su una panchina in un giardino pubblico, come quello straccio d’uomo laggiu’, che è tuo fratello…»

Nel romanzo «Il piccione», Patrick Suskind racconta un’incredibile storia di fobia degli uccelli.  Il protagonista, non osando tornare a casa per paura di ritrovarsi faccia a faccia con alcuni piccioni incrociati poco prima sulle scale, si proietta di colpo in un terribile scenario catastrofico sul proprio avvenire.

In ambito clinico capita che certi pazienti non prendano coscienza fino a questo punto dei contenuti delle loro paure. Provano semplicemente una paura devastante e viscerale, senza sapere chiaramente, almeno sul momento, che cosa li spaventa. Non per questo le loro paure sono meno spaventose. 

Detto questo, la proiezione futura negativa, di solito, puo’ avere diverse declinazioni:

Il TIMORE DI EVENTI FUTURI IMPREVEDIBILI, ovvero avere la sensazione o la paura che possano accadere eventi al di fuori del proprio controllo assimilabili a delle catastrofi. Si teme che possa accadere, cio’ che non è mai accaduto.

Il TIMORE DI EVENTI FUTURI PREVEDIBILI, ovvero la proiezione di cio’ che ci ha già fatto soffrire e che temiamo si ripresenti in un futuro piu’ o meno prossimo.  Si teme che possa riaccadere, cio’ che è già accaduto.

In entrambe le situazioni si crede magicamente che si verificheranno degli eventi funesti e allo stesso tempo di non poter fare assolutamente nulla per impedirne la drammatica realizzazione. La sensazione viscerale di non avere via di scampo alcuna, innesca un persistente stato d’allerta sin dal risveglio mattutino che, se da una parte non consente di prevenire eventuali disastri futuri, dall’altra limita enormemente la vita presente della persona stessa, la quale organizza il proprio comportamento in funzione della credenza «Tutto andrà male». I risultati che ne derivano non possono che essere paradossali: 

Si conferma ricorsivamente a se stessi la credenza iniziale, secondo la logica del «Se mi comporto cosi’ un motivo valido ci sarà».

O peggio ancora, si contribuisce a realizzarla con l’intento di evitarla, arrivando proprio là dove non si voleva arrivare. 

A tal proposito, si parla di effetto «Profezia che si autoavvera». Essa è rappresentata dal fatto che una realtà creduta finisce per essere realizzata attraverso le azioni che si mettono in atto:

Per evitarla se si è spaventati. La stessa cosa avviene, ad esempio, ogni volta che viene annunciata la possibile scarsità di benzina. Tutti corrono a comprarla temendo che finisca, facendo così terminare le scorte in poche ore e trasformando una possibilità in certezza, una profezia in realtà;

O per realizzarla se si è desiderosi di ottenerla. In quest’ultimo caso l’esercito di coloro che credono fermamente nella presunta capacità dell’uomo di influenzare positivamente il proprio destino mediante il pensiero ottimistico e positivo, continua a proliferare in modo del tutto ingiustificato. Come è ben noto ai ricercatori, infatti, non solo il meccanismo della profezia funziona molto più in negativo che in positivo, ma gli effet­ti positivi sono possibili solo quando il meccanismo dell’autoinganno positivo è inconsapevole. Quando il meccanismo è volontario si ottiene l’effetto opposto. Ad esempio, se sono triste e mi sfor­zo di pensare in positivo, finisco per deprimermi ancora di più; se ho paura e cerco di pensare ottimisticamente mi spavento ulteriormente, se sono arrabbiato e cerco di calmarmi mi agito di piu’!

Poiché tuttavia non possiamo fare a meno di aspettarci qualcosa, il segreto non è illudersi o, viceversa, rassegnarsi ad un futuro negativo, ma è aspettarsi tutto e il contrario di tutto, al fine di mantenere aperta la possibilità di lasciarsi sorprendere dalle cose positive ed essere preparati ad affrontare quelle negative. Il saggio è senza idee: non si aspetta qualcosa, semplicemente si aspetta di aspettarsi. Va incontro all’Avvenire, anzichè attendere il Futuro (positivo o negativo che sia). Poichè la realtà, visto che non deve preoccuparsi di essere credibile, può essere molto più fantasiosa della nostra stessa immaginazione.

Photo by Ryan Magsino on Unsplash

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