«Io non ho idee, ma ossessioni. Le idee puo’ averle chiunque. Le idee non hanno mai fatto sprofondare nessuno» E. Cioran
Alcuni lavori possono aiutare la carriera di ossessivo- compulsivo. Specialmente i lavori burocratici che richiedono la compilazione o il controllo di cataloghi, schedari, conti, organigrammi, pianificazioni, liste, cose che comportano una serie di vantaggi.
In primo luogo tengono la mente occupata con attività razionali che impediscono di pensare ad altro (es. cio’ che fa paura o cio’ che attrae cosi’ tanto da far paura).
Routine è un’altra delle parole chiave per addomesticare quello che fa paura.
La routine deve insediarsi in ogni sfera della vostra vita. Vedrete che è facile e può diventare persino gradevole. Quando la routine sarà definitivamente stabilita, scoprirete di non poterne più fare a meno. Routine e minuziosità nella vostra igiene, nel lavoro, nelle relazioni.
Per allenarvi potete collezionare gli oggetti più disparati, da francobolli a monete, da cocci a semplici foglietti scarabocchiati. È una consolazione sapersi tanto scrupolosi laddove gli altri sono negligenti. Avrete sempre qualche compito da portare a termine, e poche possibilità di perdere il controllo. La perfezione è a portata di mano.
Ma la propria casa, collezioni a parte, può trasformarsi in un inferno. Ci sono sempre i figli o gli amici a sporcare e mettere in disordine, la moglie (o il marito) a criticare la vostra perfezione. Ma anche qui esistono trucchi per far fronte a questi problemi.
Prima di tutto, applicate la logica seguita sul lavoro:
- controllare;
- fare inventari;
- stabilire regole.
Perchè solo una casa impeccabilmente ordinata e pulita vi sembra che abbia meno probabilità di trasformarsi in un “caos”.
- mettete a posto;
- pulite;
- oppure trovate qualcuno che lo faccia al posto vostro. Cosi’ avrete anche la soddisfazione morale di controllare la vita degli altri, obbligandoli a compiere il loro dovere e ad avvicinarsi al vostro ideale di perfezione.
Chiudete la porta di casa agli amici, e soprattutto agli amici dei figli.
Sistemate scaffali e cassetti per custodire religiosamente le vostre cose, tenerle pulite e al di fuori della portata degli estranei che ve le possono rovinare.
Se avete svolto bene i compiti fin qui assegnati, avrete tutte le carte in regola per diventare veri compulsivi. L’occasione buona può fare capolino in qualsiasi momento.
Per esempio, gli amici possono farvi ubriacare e portarvi a commettere un ‘peccato’.
Oppure la vostra pignoleria può portarvi a preoccuparvi talmente dei dettagli da non riuscire più a tenere tutto a mente. Allora, comincerete ad avere dimenticanze e a commettere errori grossolani nell’assolvere i vostri compiti. È cosi’ che si comincia a perdere il proprio faticoso equilibrio e a dubitare delle proprie capacità.
Non vi resta altra scelta se non di cominciare a verificare minuziosamente tutto quello che avete fatto. Il dubbio vi porterà a fare continue verifiche e a intensificare i controlli. Vi inventerete pratiche di controllo per ogni azione:
- prove e controprove;
- frequenti conteggi delle chiavi;
- verifiche delle serrature;
- attaccherete e staccherete tre volte la spina per essere ben sicuri di averla staccata.
Si possono anche usare le altre persone, ad esempio:
- chiedendo se state facendo bene;
- o spingendoli ad avere un comportamento rassicurante per proteggervi da tutto cio’ che ritenete pericoloso. Non solo, potete utilizzare gli altri anche per controllare se eseguite il rituale nel modo giusto, per farvi aiutare o ancora per delegare a loro l’esecuzione del rituale stesso. Tutto cio’ se dapprima vi farà sentire protetti, successivamente confermerà la vostra incapacità di gestire in maniera autonoma la situazione.
Gli altri diranno che siete diventati degli scocciatori, gli psichiatri vi spiegheranno che si tratta di rituali. Voi però sapete benissimo che sono cose necessarie alla vostra apparente e fugace pace interiore. Inoltre non potete più farne a meno, altrimenti rischiate di mettere a repentaglio la vostra tranquillità e, diciamolo, i valori coltivati nel corso di un’intera vita.
Il che potrebbe anche andare bene, se non occupasse tutto il vostro tempo e non facesse aumentare i dubbi. Infatti voi sapete bene che questi comportamenti cominciano a diventare assurdi e non si conciliano con la vostra “perfezione”. In segreto dubitate sempre più di voi stessi, ma non avete altra scelta che intensificare i controlli, ossia comportarvi sempre più in questo modo. Ormai siete schiavi delle vostre azioni, ma finché vi sarà possibile cercherete di nasconderlo agli altri.
Se il tutto non è stato scatenato da qualche errore che avete commesso, a questo punto sarà la disperazione a spingervi a fare errori e a convincervi, perciò, che state diventando impuri.
Ma ogni problema ha la sua soluzione: anche l’impurità può essere lavata, ed è precisamente quello che cominciate a fare. Proprio come negli altri rituali però, ogni lavaggio vi fa pensare ancora di più all’impurità e dovrete lavarvi un’altra volta, un’altra ancora e così via. La vita potrà diventare complicata, ma non preoccupatevi: l’essere umano si abitua a tutto, e la cosa peggiore che vi può capitare è di rovinarvi la pelle, il che vi confermerà nella convinzione di essere effettivamente impuri e che non ci sia altro rimedio se non lavarsi sempre più.
La vostra razionalità è salva e, occupati nei vostri rituali, siete al sicuro dall’irruzione di sentimenti “scomodi”.
La vostra vita si arricchirà di nuove esperienze e pensieri, ma anche di dubbi. Il problema è che i pensieri che avete non sempre sono compatibili con la vostra perfezione. In particolare comincerete ad avere pensieri impuri, che temete e che fuggite.
Ma come si fa a lottare contro un pensiero?
- o lo esorcizzate tramite un rituale (per esempio, vi lavate per combattere l’idea stessa dell’impurità),
- oppure passate a un altro pensiero, che deve necessariamente essere più forte, ossia più assurdo. Questo pensiero però vi provocherà nuovi dubbi e vi obbligherà a passare a un altro ancora, e così via…
Trascorrerete la vita a scappare di pensiero in pensiero a una velocità vertiginosa. Alla fine non riuscirete più a fermarvi su nessun pensiero, e allora smetterete di pensare. Ma sarà un bene, perché così vi libererete dei pensieri scomodi. Sentirete solo la mancanza della capacità di concentrazione, ma speriamo che esista una pillola per riacquistarla.
La vostra mente adesso è una girandola perfetta: fuggite di pensiero in pensiero, benché vi passino per la testa le idee più insensate. Dubitare della vostra perfezione è ormai l’ultimo dei problemi, perché esistono preoccupazioni peggiori:
- se siete un uomo, potreste dubitare della vostra virilità,
- ma potrebbe anche venirvi in mente di essere un criminale, un eretico, uno iettatore…
A volte riuscirete a riposarvi concentrandovi su banali esercizi:
- imparare a memoria formazioni di squadre di calcio;
- elenchi del telefono;
- fare calcoli a mente;
- o contare i vostri passi.
Ma visto che state diventando sempre più irrazionali, potreste convincervi che se non farete un dato numero di conteggi qualcuno morirà a causa vostra. Pensate, pensate tanto, e se c’è qualcuno in grado di sopportarvi, parlate tanto. Chi vi ascolta potrebbe anche tentare di aiutarvi, ma voi avete l’enorme vantaggio di non ascoltarlo mai perché, mentre lui sta parlando, eccovi lì a preparare il prossimo torrente di lamentele o richieste di rassicurazioni.
Se vi accadrà tutto questo avete centrato il bersaglio: vi siete guadagnati una ‘disturbo ossessivo-compulsivo’.
Forse sapete dell’esistenza di medicine che, anche se non fanno guarire, aiutano a delegare ad una pillola quello che si dovrebbe fare in prima persona. Queste medicine hanno a che vedere con la serotonina, una specie di ormone (o meglio un neurotrasmettitore) che voi, con la vostra vita sofferta, avete sradicato dal vostro cervello.
Se qualche amico o familiare vi parla di psicoterapie efficaci, non ascoltatelo. Altrimenti vi toccherà:
- affrontare le difficoltà e gli imprevisti della vita reale;
- accettare le vostre imperfezioni;
- smettere di essere un oggetto di ammirazione e vivere come un qualunque mortale!
«In genere le catene dell’abitudine sono troppo leggere per essere avvertite finchè non diventano troppo pesanti per essere spezzate» S. Johnson
CONSIGLI PER FAMILIARI ED AMICI
L’idea di descrivere i meccanismi per complicare i problemi anziché quelli per risolverli deriva dalla consapevolezza clinica che gli esseri umani sono prima artefici e poi vittime delle realtà che costruiscono. Come ricorda Von Foerster (2001), «la realtà non è che la costruzione di coloro che credono di averla scoperta e analizzata. Ciò che viene ipoteticamente scoperto è un’invenzione, il cui inventore è inconsapevole del proprio inventare e considera la realtà come qualcosa che esiste indipendentemente da sé».
Negli ultimi trent’anni il sistematico processo di «ricerca-intervento» portato avanti dal Centro di Terapia Strategica di Arezzo, ha permesso di individuare una serie di «tentate soluzioni» messe in atto con l’intento di risolvere i problemi ma che, in realtà, anziché risolverli, li alimentano trasformandoli in vere e proprie patologie (Watzlawick e Nardone, 1997).
Solo se ci si occupa di come i sistemi umani costruiscono i problemi e persistono nel mantenerli si puo’ arrivare a progettare e applicare pratiche strategie di intervento capaci di produrre rapidi e risolutivi cambiamenti in tali sistemi.
BIBLIOGRAFIA:
Nardone G., Portelli C. (2013), Ossessioni, compulsioni, manie. Capirle e sconfiggerle in tempi brevi, Milano: Ponte alle Grazie.
Josè L. Pio Abreu (2005), Come diventare un malato di mente, Finestre Voland
Nardone G. (2013), Psicotrappole, ovvero le sofferenze che ci costruiamo da soli: imparare a riconoscerle e a combatterle, Milano: Ponte alla Grazie.