L’illusione del «guadagno facile» su internet puo’ essere data non solo dalle scommesse online (gambling) ma anche da un altro gioco socialmente considerato più sofisticato: il trading on-line, ovvero giocare in Borsa usando Internet. Il trading, esattamente come il gambling, può diventare una dipendenza se si perde il controllo.
Anzi, il gioco in Borsa on-line è una trappola anche più subdola e pericolosa del gioco d’azzardo. A differenza del gambler, il trader per quello che fa non è assalito dai sensi di colpa.
Di fronte alla perdita, il gambler si sente in colpa perché ha il viziaccio di giocare e a livello sociale è uno che ha bisogno di cure.
Chi investe facendo trading, da se stesso, ma anche a livello sociale, è legittimato a farlo. A quest’ultimo si attribuiscono capacità e competenze che inducono a ritenerlo intelligente (Nardone, Cagnoni, 2002). Il trader ha l’illusione che il successo dipenda esclusivamente dalla sua abilità, dalle strategie che ha appreso e dal suo controllo. Perciò, capita che trascuri l’aspetto emotivo, le ragioni che rendono quello che fa così tanto appassionante e accattivante.
Il trading on-line è un processo che parte da una base estremamente razionale in cui la disciplina ha un ruolo di primaria importanza. È indispensabile che l’investitore sia dotato della capacità di mantenere un certo equilibrio per guidare un investimento finanziario. Il trader in fase iniziale agisce con le dovute cautele ponderando le sue mosse e i suoi investimenti.
Ma tenere il controllo per un tempo prolungato (fare analisi tecniche, osservare regole, calcolare i rischi, decidere…) può affaticare, inficiare le capacità decisionali e di valutazione, generare stress.
Le contemporanee scariche di adrenalina e di endorfine dovute al fatto di poter compiere diverse transazioni in breve tempo (basta un «invio» per vincere o perdere), fanno provare al trader paura mista a eccitazione (Nardone, Cagnoni, 2002).
L’eccitazione è legata al desiderio di guadagnare tanto e subito.
La paura è legata alla possibilità di perdere il denaro, ma questa viene repentinamente scansata dall’ansia di «perdere un buon affare» o di «rimanere esclusi da un mercato».
Alcune volte, nonostante queste sensazioni, il guadagno arriva ugualmente. E ciò potrebbe far credere, presuntuosamente, che dominare il mercato sia semplice. Emerge una sensazione di infallibilità e si prendono decisioni sempre più ardite basate sull’emotività. Per guadagnare si pensa e si agisce in modo compulsivo e irrazionale. Anziché lasciarsi guidare dalle competenze e dalla ragione, si finisce per seguire l’istinto e si diventa a tutti gli effetti dei giocatori d’azzardo.
Ma è soprattutto dopo una serie di buoni affari, quando si comincia a perdere, che paura ed eccitazione euforica fanno cortocircuito.
In questi frangenti i rischi di compiere errori aumentano in modo esponenziale perché aumenta il desiderio di recuperare prima possibile il capitale perso. Si pensa:
«Devo fare più attenzione, devo studiare meglio mercati e andamenti, devo avere maggiori informazioni».
Ma, siccome i soldi non dormono mai e i mercati sono attivi notte e giorno chi entra nel vortice resta in Internet a controllare fino allo sfinimento. Ne consegue che freddezza e lucidità necessarie vengono meno nei momenti topici, quando bisogna prendere le decisioni.
Paradossalmente, così, le possibilità di perdere aumentano proprio quando si fa di tutto per vincere!
Per evitare di perdere, bisogna evitare di perdere il controllo, dunque diventa necessario riconoscere e sapere come gestire il fattore emotivo. Questo è l’obiettivo di una terapia breve strategica!
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