Fobie specifiche

«La paura non si vince col coraggio, ma con una paura piu’ grande» Carlo Gragnani

Immaginate di essere terrorizzati all’idea di dover pigiare i tasti di un telefono, che sia un cellulare, un cordless o uno di quelli con i fili. La sola immagine di un telefono vi fa battere il cuore all’impazzata, iniziate a sudare profusamente, il respiro si fa affannoso e un senso di disgusto sale dalla bocca dello stomaco fin su la punta della lingua: soffrite di telefonofobia. Ossia, avete una persistente e ingiustificata paura dei telefoni. Per tentare di superare quest’assurda fobia, visitate un sito internet specializzato nella cura di paure patologiche come, si suppone, state facendo proprio in questo istante. Dopo aver cliccato sulla voce TELEFONOFOBIA si apre una pagina con una breve presentazione della vostra fobia e in fondo un link del tipo: PER PARLARE CON UNO SPECIALISTA, CONTATTACI ORA AL NUMERO VERDE (es. 1-800-828-7484).

Non è uno scherzo, è tutto vero!

Si tratta di un caso segnalato il 21 aprile 2007 alla rivista «New Scientist» da parte di un povero malcapitato sofferente di fobia dei telefoni, che visitando un sito americano specializzato nell’aiuto contro fobie e attacchi di panico (Changethatsrightnow.com), si era visto costretto ad affrontare l’oggetto della sua paura proprio per avere informazioni su come affrontarlo!

Il caso rappresenta un vero paradosso, ma non l’unico quando ci si deve confrontare con patologie che vanno oltre ogni capacità immaginativa. D’altronde gli oggetti o le situazioni che possono rivelarsi fonte di paure specifiche sono virtualmente infinite, poichè, se è vero quello che afferma Oscar Wilde: «Esistono tante realtà quante se ne possono inventare», è altresi’ vero che esistono tante paure quante se ne possono immaginare.

La classificazione scientifica attualmente piu’ utilizzata divide le fobie in 3 gruppi principali:

1) Fobie specifiche o monofobie: le paure di questo tipo sono abbastanza circoscritte. A parte i momenti in cui si deve affrontare cio’ che spaventa, o quelli immediatamente precedenti, l’individuo si sente al sicuro. Comprendono in particolare:

Paura degli animali o zoofobia: paura degli uccelli (ornitofobia), paura dei gatti (ailurofobia), paura dei cani (cinofobia), paura dei topi (musofobia), paura dei ragni (aracnofobia), paura degli insetti, scarafaggi, vespe, serpenti, cavalli…;

Paura degli elementi naturali: paura dell’acqua, paura dell’altezza (acrofobia), paura del vuoto (chenofobia), paura dei precipizi (cremnofobia), paura dei luoghi in pendenza e delle montagne (orofobia), paura dei temporali, paura del buio, delle raffiche di vento (anemofobia)…;

Paura di situazioni specifiche: claustrofobia (spazi chiusi, ascensori, tunnel…) mezzi di trasporto (aereo, treno, auto);

Paura del sangue (emofobia) e delle ferite: iniezioni, prelievi del sangue, cure dentistiche, paura di aghi e spilli (belonefobia), paura del dolore (algofobia);

Queste fobie sono chiamate “Fobie semplici”. Sono semplici da capire (si teme moltissimo qualcosa di preciso e si fa di tutto per evitarlo), ma la semplicità finisce qui. Queste paure quando sono eccessive, complicano notevolmente l’esistenza: scappatoie, rinunce, sotterfugi… In generale non minacciano la sopravvivenza ma alterano “semplicemente” la qualità della vita.

2) Fobie sociali (vedi Fobie sociali);

3) Agorafobia con Panico (vedi Panico);

Queste ultime due famiglie sono denominate anche “Fobie complesse” perché a differenza delle fobie semplici possono subentrare in contesti vari e sottili e soprattutto non sono facilmente controllabili: si puo’ sempre evitare un gatto o evitare di affrontare il vuoto, mentre è molto piu’ difficile evitare i propri simili o non uscire piu’ di casa. Da questo deriva il maggior numero di complicazioni associate a queste fobie, come le depressione, il ricorso all’alcol e numerosi altri danni alla qualità della vita.

ALCUNE PAURE E FOBIE ORIGINALI

  • Apopatodiafulatofobia: paura della stipsi;
  • Fobofobia: paura di aver paura;
  • Mainofobia: paura di impazzire;
  • Eufobia: paura delle buone notizie;
  • Coulrofobia: paura dei pagliacci;
  • Staurofobia: paura delle croci;
  • Tafofobia: paura di essere sepolti vivi;
  • Ostraconofobia: paura dei frutti di mare;
  • Rabdofobia: paura delle bacchette magiche;
  • Hexakosioihexekontahexafobia: paura del numero 666;
  • Panofobia: paura di tutto

COME PERSISTONO

Chiunque soffra di un disturbo fobico, che si tratti di sindrome di attacchi di panico, fobie specifiche o altro, mette in atto in modo ridondante 3 tentate soluzioni disfunzionali: l’evitamento, la richiesta di rassicurazione e aiuto e il controllo che fa perdere il controllo (vedi PANICO: COME PERSISTE). 

PSICO SOLUZIONI

I meccanismi che alimentano la paura patologica, essendo comportamenti solo in parte mediati dalla ragione, richiedono, per essere trattati con successo, un intervento che ne ricalchi la struttura e che sia, pertanto, basato sul provocare cambiamenti dapprima inconsapevoli e solo successivamenti coscienti. Si passa dall’idea tradizionale dell’essere consapevoli per guarire al guarire per essere consapevoli della guarigione avvenuta; qui la consapevolezza non è la causa del cambiamento bensi’ l’effetto!

«Tu tremi, carcassa, ma tremeresti molto di piu’ se sapessi dove ho intenzione di condurti». Questa frase è attribuita al maresciallo Henri de Turenne (1611-1675) mentre parla a “se stesso” prima di affrontare una battaglia. Famoso per il suo coraggio, Turenne paventava tutte le battaglie, ma non si lasciava bloccare dalla paura. Questo dovrebbe valere per tutti i fobici. Avere paura è normale. Il problema non è iniziare ad avere paura, ma la nostra reazione alla paura. E la soluzione non è evitare a tutti i costi di sperimentare la paura, ma imparare a non temerla piu’ esercitandosi con regolarità a sperimentarla per poterla controllare anzichè subirla evitandola.

«Se non vuoi aver paura, devi essere paura»

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